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Krylov, Ivan Andreevic.

Favolista russo. Rimasto orfano nell'infanzia, lavorò come commesso. Si interessò inizialmente al teatro, ottenendo scarsi successi e, successivamente, alla letteratura satirica: divenne editore di riviste che, nonostante il notevole livello, incontrarono una critica nettamente sfavorevole, soprattutto per il clima reazionario e culturalmente arretrato del periodo di regno di Paolo I. Già in età matura iniziò una nuova esperienza letteraria riscrivendo alcune favole di La Fontaine, dando vita in seguito a una vastissima produzione di favole originali. L'incarico di aiuto bibliotecario nella Biblioteca pubblica imperiale, ottenuto nel 1812, gli permise di raggiungere un relativo benessere economico e di dedicarsi completamente all'attività di scrittore. Introdusse nella favola una tendenza al realismo che, riportando l'accento sulla caratterizzazione dell'individuale anziché del tipico, mentre rimane aderente all'impostazione della grande letteratura russa, crea un nuovo genere letterario in cui l'invenzione, legandosi naturalmente con la descrizione della realtà, dà vita a immagini sottilmente poetiche. Notevole importanza hanno anche le sue opere per i frequenti accenni critici alla situazione sociale e politica e per l'acquisizione delle immagini e del linguaggio della tradizione popolare (Mosca 1768-1844).